Il 27 gennaio ricorre la Giornata della Memoria per ricordare i milioni di vittime sterminate nei campi di concentramento nazi-fascisti.
Ma quanta “memoria” conserviamo oggi di quel massacro e quanto questa serve a prevenire, o perlomeno a essere consapevoli, dell’odio e della violenza sistemica che subiamo quotidianamente sulle nostre vite?
C’eravamo anche noi tra le persone oppresse, deportate, internate e ammazzate.
Noi oggi abbiamo la responsabilità di lottare consapevolmente partendo dalle macerie di una storia macchiata dai nostri morti e lo facciamo per noi, per tutte le comunità marginalizzate e anche per coloro che non riuscirono a parlare e a raccontare perchè già prima del nazista era in vigore il Paragrafo 175 che criminalizzava i “rapporti contro natura” e dopo fu alleggerito nel ’69 e solo nel ’94 venne del tutto abrogato.
Senza dover ribadire che in numerosissimi Stati del mondo le persone queer sono ancora perseguite penalmente, a volte anche con la morte, rimanendo in Italia, la cultura del purismo etnico è ancora fortemente presente in ogni affermazione e legge razzista, queerfobica e misogina sulle tribune culturali e politiche, che assorbiamo talvolta anche senza accorgercene.
“Per questo I triangoli rosa e neri ci appartengono, li abbiamo ancora cuciti addosso e li rivendichiamo perché gli stermini e l’odio nei nostri confronti non sono ancora cessati.
Chiediamo a gran voce la libertà di esistere e se non viene riconosciuta la nostra esistenza giuriamo la nostra Resistenza.”
Oggi e negli altri 364 giorni dell’anno.